Dalle api non solo miele, propoli e pappa reale, ma la nostra stessa sopravvivenza alimentare

Quando pensiamo alle api la prima cosa che ci viene in mente è probabilmente il miele, e non pensiamo invece che queste piccole amiche volanti sono le più numerose impollinatrici delle piante che ci forniscono migliaia di prodotti di cui ci nutriamo. Il miele, la pappa reale, la propoli e la cera d’api ci vengono direttamente dalle api, ma non viene automatico pensare che senza le api buona parte della verdura e frutta di cui ci nutriamo sparirebbe. La consapevolezza dell’importanza di questi insetti impollinatori deve farsi sempre più forte, poiché da circa trent’anni le api hanno cominciato a soffrire di disorientamento e purtroppo anche a morire in gran numero. L’urbanizzazione, la cementificazione selvaggia, ma anche i cambiamenti climatici e soprattutto l’utilizzo massiccio di pesticidi in agricoltura, stanno condannando all’estinzione questi utilissimi amici volanti.

I pesticidi neonicotinoidi sono ormai ritenuti dalla maggior parte della comunità scientifica i primi responsabili della morte delle api, ed inoltre data la lenta degradazione di tali molecole chimiche, e spesso l’utilizzo sconsiderato durante la fioritura, questi ed altri pesticidi vanno a contaminare il miele e molti prodotti agricoli di cui noi tutti ci nutriamo. Vero è che l’agricoltura intensiva ha garantito la grande disponibilità e varietà alimentare di cui beneficiamo, ma questo sistema si sta oramai rivelando  decisamente insostenibile. È d’altro canto difficile che 8 miliardi di persone possano essere sfamate da piccole attività che praticano l’agricoltura biologica, come vorrebbe l’attivista indiana Vandana Shiva, ma un contemperamento tra le due pratiche agricole va trovato al più presto e le autorità statali insieme a quelle internazionali devono costringere le multinazionali della chimica a riconvertirsi verso lo sviluppo di prodotti e pratiche più rispettosi dell’ambiente naturale e dei suoi delicati equilibri. Per fortuna non siamo ancora arrivati al disastro ambientale preconizzato nel film fantascientifico del 1973 intitolato ” 2022 I Sopravvissuti ” che descrive un pianeta sovrappopolato e senza più risorse alimentari, dove nel finale si scopre che il Soylent Verde distribuito a una delirante popolazione, non è fatto di sole alghe, ma le sue proteine derivano purtroppo da qualcosa di molto più inquietante.

Bisogna comunque dire che in caso di catastrofi ambientali si potrebbe attingere dalla banca di semi mondiale creata dalla FAO ( Food and agriculture organization) alle Isole Svalbard nel cuore di un ghiacciaio, ma se le api dovessero scomparire, gran parte delle piante rinate da questi semi rimarrebbero sterili e di conseguenza non produrrebbero frutti. Che mondo sarebbe perciò senza le nostre amiche api? Senza di esse verrebbe meno anche quella biodiversità che garantisce un equilibrio sia del mondo vegetale che di quello animale e perfino dei due stessi mondi tra loro. Anche altri insetti, oltre ad altri animali e al vento ci garantiscono l’impollinazione delle piante, ma oltre un terzo di quello che mangiamo è dovuto alle api, per cui è di tutta evidenza che non possiamo farne a meno.

È dovere di tutti noi salvaguardare l’esistenza delle comunità di api, per salvaguardare la nostra stessa esistenza e mantenere ancora in essere la biodiversità del nostro straordinario pianeta.